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Quali sono i problemi per l’uomo nello Spazio?

Spesso da bambini si sogna di diventare degli astronauti, ma quali sono i problemi che l’uomo deve affrontare nello Spazio? Sicuramente bisogna tenere in conto innanzitutto dei disagi legati all’assenza di gravità. A tal proposito i primi esperimenti stanno iniziando a fornire le prime risposte a questo e ad altri quesiti.

L’esperimento del Medes

Enrico Caiani, bioingegnere al Politecnico di Milano, coinvolto nell’esperimento di allettamento (bedrest in inglese) del Medes, la clinica spaziale di Tolosa in Francia, ha dichiarato che le cellule della muscolatura riducono il proprio diametro fino al 3% ed il cuore, facendo meno fatica, perde anch’esso di massa. Fra gli altri problemi legati a questo allettamento forzato, ci sono la perdita dei fluidi che il corpo considera in eccesso e quelli correlati a tutto il sistema cardiocircolatorio, difatti qualche volontario ha mostrato problemi di fibrillazione cardiaca, seppur non di grave entità. Infine sono emerse alterazioni delle capacità cognitive e disturbi del sonno e della digestione, poiché l’apparato digerente per funzionare correttamente sfrutta la forza di gravità.

Per alleviare questi inconvenienti hanno sperimentato una piattaforma vibrante posta sotto la pianta dei piedi, ma anche dei tapis-roulant e delle cyclette adatti alla posizione supina per stimolare la contrazione muscolare. Si è provato anche con l’uso di una centrifuga che fa ruotare i volontari mentre stanno stesi sul letto, in modo che il sangue tenda a rifluire verso i piedi così come quando si è in posizione eretta. Tuttavia però niente sembra davvero efficace.

A causa di questi fattori i 10 volontari (tutti maschi tra i 20 e i 45 anni, non fumatori, senza alcuna allergia, sportivi ma non professionisti e di corporatura media, un po’ robusta) sono costantemente sorvegliati da un’equipe di medici, biologi, psicologi, ingegneri e scienziati, i quali compiono dei veri e propri esperimenti come se stessero testando delle cavie: gli si viene prelevato il sangue ogni due giorni, sono sottoposti a degli esperimenti sui farmaci, in quanto devono inghiottire delle capsule senza sapere se siano quelle “vere” o dei semplici placebo ed hanno l’obbligo di mangiare, dormire, lavarsi e persino liberare vescica ed intestino senza mai riacquistare la posizione eretta.

…e alla fine?

Alla fine degli esperimenti, della durata di circa 8 mesi, i volontari dovranno lasciare qualche grammo di muscolo prelevato mediante una biopsia, in modo da verificare il loro effettivo livello di atrofia muscolare, ma prima di farlo dovranno provare gli effetti di un cocktail di antinfiammatori e antiossidanti a base di resveratrolo e altre sostanze, poiché si ipotizza che l’atrofia dipenda anche dallo stress ossidativo attraverso un aumento dei radicali liberi.

In conclusione Michele Salanova, del Centro di medicina spaziale di Berlino e principal investigator del medesimo esperimento, ha affermato che una certa atrofia muscolare è praticamente inevitabile, quindi ad oggi effettivamente non è ancora stata trovata una soluzione per evitare che l’assenza di gravità indebolisca su più fronti il corpo dell’essere umano.

L’esperimento del Yuegong-1

Nell’esperimento cinese del Yuegong-1, invece viene affrontato l’aspetto inerente alle permanenze di lunga durata nello spazio e il relativo problema dell’isolamento, simulando la vita in una colonia lunare. I ragazzi, 4 studenti (2 maschi e 2 femmine) dell’Università Beihang di Pechino, chiusi in 160 metri quadrati di una ricostruzione di una base lunare completa e ben equipaggiata di tutto il necessario (dai letti alle serre per coltivare il cibo e dotato perfino di uno spazio per allevare animali), dovranno dare dimostrazione di essere in grado di fronteggiare, per 60 giorni, qualsiasi problema senza la possibilità di avere alcun tipo di contatto con il mondo esterno e senza ulteriori rifornimenti. Dovranno quindi lavorare, riciclare i rifiuti attraverso un sistema di bio-rigenerazione, in grado di rimettere in circolo le sostanze organiche prodotte, ed affrontare qualsiasi tipo di problema cooperando tutti insieme ed evitando qualsiasi tipo di diverbio, poiché non è concesso alcun intervento esterno.

Esperimento Mars-500

L’esperimento russo Mars-500 detiene il record di permanenza di un equipaggio in una stazione di isolamento, concluso nel 2011 dopo 519 giorni, cioè più o meno il tempo di un viaggio di andata e ritorno fino a Marte, più un breve soggiorno sul pianeta stesso.

I 6 volontari scelti restarono chiusi nei locali allestiti all’interno dell’Accademia russa delle scienze di Mosca, in uno spazio di 150 metri quadrati di abitazione più altri 100 metri quadrati di ambulatorio medico e di altrettanti di magazzini ad uso alimentare, simulando un viaggio verso Marte, con tanto di entrata in orbita attorno al Pianeta Rosso e con il conseguente sbarco sul suolo marziano.

Anche in questo caso sono emersi seri problemi di adattamento.