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Come si può vivere su Marte?

Chi non ha mai sognato di vivere su Marte o su un altro pianeta? Di sicuro è il sogno degli astronauti più ambiziosi. Tuttavia prima che ciò si realizzi, bisogna affrontare e risolvere molti problemi, tra i quali quelli legati ai viaggi spaziali: l’assenza di peso e l’isolamento.

L’attenzione va quindi su due esperimenti propedeutici per le spedizioni su Marte:

  • L’esperimento del Medes, la clinica spaziale di Tolosa, in Francia;
  • L’esperimento del Yuegong-1 dell’Università Beihang di Pechino, in Cina.

Nell’esperimento del Medes 10 volontari, selezionati tra migliaia di candidati (tutti maschi tra i 20 e i 45 anni, non fumatori, senza alcuna allergia, sportivi ma non professionisti e di corporatura media, un po’ robusta), dovranno restare per ben due mesi distesi in un letto inclinato di 6°, con i piedi più in alto e la testa verso il basso (così da simulare allo stato in cui ci si trova nello spazio), in modo che l’equipe di medici, biologi, psicologi, ingegneri e scienziati, possano tenere sotto controllo e studiare gli effetti subiti dal corpo in assenza di gravità.

Nell’esperimento cinese invece viene affrontato l’aspetto inerente alle permanenze di lunga durata nello spazio e il relativo problema dell’isolamento. In questo caso 4 studenti (2 maschi e 2 femmine) dell’Università Beihang di Pechino saranno chiusi in 160 metri quadrati di una ricostruzione di una base lunare completa ed autosufficiente, chiamata appunto Yuegong-1. Questi ragazzi dovranno dare dimostrazione di essere in grado di fronteggiare, per 60 giorni, qualsiasi problema senza la possibilità di avere alcun tipo di contatto con il mondo esterno e senza rifornimenti. Al termine dei giorni trascorsi, verranno sostituiti da un altro equipaggio per 200 giorni e poi torneranno un’ultima volta per altri 105 giorni.

Come sopravvivere sul Pianeta Rosso?

Una volta che il problema legato all’assenza di peso e all’isolamento, bisognerebbe effettivamente affrontare quello legato alla sopravvivenza sul pianeta stesso.

Nonostante le sue superfici aride e deserte, Marte è il pianeta più simile (e più vicino) alla Terra, ma c’è da dire che, mentre l’atmosfera terrestre è composta al 78% da azoto, quella di Marte è prevalentemente di CO2, quindi bisognerebbe trasformare tutta l’anidride carbonica presente (95,32% dell’atmosfera) in ossigeno. Questo processo potrebbe avvenire tramite il processo della fotosintesi clorofilliani di alcuni vegetali.

Inoltre, secondo Cary Zeitlin del National Space Biomedical Research Institute di Houston, a causa dell’elevata esposizione delle polveri radioattive, sarebbe impossibile vivere su Marte così come si vive sulla Terra, poiché queste radiazioni potrebbero essere rischiose anche per le sole esplorazioni degli astronauti.

Vivere su Marte sotto una cupola di aerogel di silicio

Attualmente l’unica ipotetica chance di sopravvivenza, sarebbe riconducibile a quella nel sottosuolo del Pianeta Rosso.

Tuttavia recentemente un gruppo di ricercatori dell’Università di Harvard, del Jet Propulsion Lab della Nasa e dell’Università di Edimburgo, attraverso un nuovo studio che mira a rendere vivibili almeno alcune aree del pianeta che, per la presenza di ghiaccio, si prestano a creare un ambiente più favorevole per lo sviluppo della vita, ha ipotizzato la possibilità di vivere sul suolo marziano in zone protette da sottili calotte di aerogel di silicio, un materiale leggero composto al 99,98% di aria e, al tempo stesso, talmente resistente da isolare il calore e bloccare le radiazioni ultraviolette nocive.

“Questo approccio a piccole aree per rendere abitabile Marte è molto più realizzabile rispetto a modificare l’intera atmosfera di Marte, inoltre, a differenza delle precedenti proposte, questo materiale è qualcosa che può essere sviluppato e testato sistematicamente con materiali e tecnologie che già possediamo”. (Robin Wordsworth, ricercatore di Harvard).