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Ricerca di vita su Marte

Marte è un pianeta che ha sempre suscitato interesse perché ha alcune analogie con la Terra, come la formazione e l’evoluzione, ma è interessante soprattutto dal punto di vista dell’astrobiologia, a causa della probabile esistenza di oceani sulla superficie in passato e della presenza attuale di acqua sotto alla superficie. Inoltre, è il pianeta più facilmente raggiungibile rispetto ai satelliti di Giove e Saturno. Per questi motivi sono state progettate e svolte molte missioni. È detto “il pianeta rosso” per via del colore che hanno le sue sabbie contenenti ossidi minerali.

Dal punto di vista dell’astrobiologia la prima missione importante è stata la Viking; i lander Viking 1 e Viking 2 erano infatti entrambi equipaggiati con strumenti per svolgere esperimenti legati alla ricerca della vita. I risultati dei diversi esperimenti sono però di ambigua interpretazione.

ExoMars 2016

Possibili processi di produzione e distruzione delle sorgenti di metano osservate su Marte. Sono confrontati i due ipotetici processi biologici e non biologici
Possibili processi di produzione e distruzione delle sorgenti di metano osservate su Marte. Sono confrontati i due ipotetici processi biologici e non biologici

Successivamente, dal 2006, grazie alla camera ad alta risoluzione HiRISE a bordo della Mars Reconnaissance Orbiter, sono state ottenute delle immagini con risoluzione di 30cm/pixel, che hanno osservato dei crateri da impatto appena formati contenenti ghiaccio, il quale è sublimato per effetti stagionali durante le osservazioni successive; lo strumento SHARAD, ha permesso la rivelazione di ghiaccio di acqua fino a una profondità di 40 metri.

Gli obiettivi della missione ExoMars 2016 legati alla ricerca astrobiologica sono cercare tracce di vita presente e passata dallo studio dei gas che compongono l’atmosfera con gli strumenti NOMAD e ACS, come metano e idrocarburi, e realizzare una mappatura della distribuzione di acqua appena al di sotto della superficie con lo strumento FREND.

Oltre allo studio di immagini del pianeta rosso, si punta ad analizzare le componenti della superficie e ancora di più quello che c’è al di sotto. Infatti, da esperimenti condotti sulla Terra che hanno riprodotto l’ambiente marziano, si è scoperto che la radiazione presente sulla superficie del pianeta è troppo elevata per permettere la presenza di vita, ma uno strato di qualche centimetro di polvere è sufficiente a schermare la radiazione.

ExoMars 2020: prossima missione su Marte

Nella futura missione ExoMars 2020 un rover atterrerà sulla superficie di Marte. Sarà in grado di estrarre e analizzare campioni di terreno fino a 2 metri di profondità.

Inoltre, sono di grande interesse l’esplorazione dei tunnel presenti su Marte, che hanno un’origine vulcanica o carsica. Lo strumento HiRISE è in grado di identificare le entrate dei tunnel, da cui se ne può stimare la profondità minima grazie allo studio delle ombre.

L’esplorazione di questi ambienti è molto importante dal punto di vista scientifico, ma è anche tecnologicamente molto difficile da realizzare con dei robot. Per questo motivo si fa sempre più avanti l’idea di mandare astronauti sul pianeta rosso, come dimostrano i progetti CAVES e PANGAEA dell’ESA.