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Dimensione parallela

na dimensione parallela o universo parallelo è un ipotetico universo separato e distinto dal nostro ma coesistente con esso. È identificabile con un altro continuum spazio-temporale. L’insieme di tutti gli eventuali universi paralleli è detto multiverso. Viene anche definito: realtà parallela, universo alternativo, dimensione alternativa o realtà alternativa.

Nella narrativa fantascientifica, il concetto di universi paralleli viene introdotto per la prima volta dallo scrittore statunitense Murray Leinster nel 1934.

Introduzione

Jorge Luis Borges nel racconto Il giardino dei sentieri che si biforcano ha usato il concetto di universi paralleli prima che fosse sviluppata l'interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica
Jorge Luis Borges nel racconto “Il giardino dei sentieri”. Ha usato il concetto di universi paralleli prima che fosse sviluppata l’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica

Va precisato che il lemma “dimensione” (con l’accezione di regione o luogo spaziale occupabile e/o percorribile), sebbene nel gergo colloquiale e narrativo possa genericamente riferirsi a un’ulteriore realtà nascosta o oscura ma simile o sovrapponibile alla struttura del nostro mondo, in contesto prettamente scientifico va distinto dagli altri termini (universo parallelo, realtà parallela, universo alternativo, realtà alternativa) in quanto designa una o più quantità e qualità metriche intrinseche al luogo misurato (inerenti a qualche specifica topologia): ad esempio con le caratteristiche di “quarta dimensione” è definibile una configurazione (come l’ipersfera) che manifesta proprietà e relazioni spaziali differenti da quelle tridimensionali a noi presenti e direttamente visibili, che non si riesce neppure a raffigurarla mentalmente a meno di ricorrere ad un modello geometrico composito, il cui segno grafico ha aspetto solo indicativo e ne inquadra i singoli caratteri riducendoli nei limiti tridimensionali.

Asserire l’esistenza fisica d’altra aggiuntiva dimensione parallela implica dichiarare la presenza di misure/elementi/forme passibili di misurazione. Dunque la complessiva rappresentazione pluridimensionale più corretta è approcciabile solo per mezzo o con ausilio matematico.

Alla ricerca di un’ulteriore dimensionalità

Malgrado la incompatibile recepibilità di strutture metricamente pluridimensionali da parte di quelle corporee a sole tre dimensioni, si stanno studiando soluzioni scientificamente attendibili. Si vuol tentare di sfruttare almeno un’ulteriore dimensionalità per aprire passaggi in grado di trasportare viaggiatori e/o oggetti tra punti remoti del cosmo o per muoversi avanti e indietro nel cronotopo.

L’uso di materia esotica con proprietà e effetti antigravitazionali, prodotta artificialmente o trovata in natura, è indispensabile a tal scopo. Ma su queste possibilità, che avvicinano la produzione fantascientifica alla scienza ortodossa, vi è marcata divisione nella comunità accademica; e sul tema si resta nell’ambito puramente teorico mancando, finora, solidi indizi osservativo-sperimentali relativi in scala macroscopica. Ma qualche spiraglio s’intravede nello studio al livello quantistico.

Per realizzare la possibilità dei viaggi nel tempo e/o in altre dimensioni e universi (ad esempio attraversando un buco-nero) è indispensabile fondere in unico teorema la teoria quantomeccanica e quella relativistica che finora divergono. In quanto tali spostamenti crono/dimensionali presuppongono la piena (e fin alle loro estreme conseguenze logiche) padronanza e applicazione tecnologica d’entrambe le discipline.

Ucronia e paradossi

Il viaggio nel tempo e il passaggio in una o più dimensioni parallele, restano così temi strettamente connessi spesso anche nell’espressioni classiche della fantascienza; che le interessano in quanto il concetto di realtà parallela, nell’ambito del fantastico, è chiaramente un espediente che lascia vaste possibilità all’intreccio narrativo; implicando che se in una realtà un determinato evento s’evolve in una direzione, in altre, fra quelle parallele, probabilmente può divergere verso un alternativo esito.

L’invenzione di trame basate su una linea storica alternativa ha dato origine al genere distinto dell’ucronia; anche se in tale filone generalmente non contemplata la compresenza di più dimensioni. Il tema delle dimensioni parallele si lega frequentemente a quello del viaggio nel tempo, ed è motivo di riflessione e indagine epistematica insieme alla scientifica oltre che d’attenzione artistica, a causa dei paradossi che quest’ultimo può generare.

Membrane o brane

Questo significherebbe che all’interno d’un ampio vuoto iper-spaziale, tanti universi siano così contigui da sfiorarci ma senza noi poterli percepire direttamente.

I piani su cui materialmente risiederebbero tali universi vengono spesso definiti (in ambito teorico) “membrane” o “brane”. Secondo alcune vedute potrebbe trattarsi anche d’un unico, infinito, piano spaziale ma ripiegato più volte.

Aspetti filosofici

Il filosofo statunitense David Lewis negli ultimi decenni del Novecento elaborò una teoria che pare ricalcare almeno esteriormente la visione multiversale di Everett. Tipico del suo pensiero è la logica espressa nella forma (da lui teorizzata) del “realismo modale“. Secondo questa teoria, per dar consistenza alle soluzioni dei problemi collegati alla definizione e determinazione del mondo empirico è fondamentale riconoscere che per ogni relativo evento e comportamento esiste un’entità “controfattuale”, cioè una reale controparte equivalente, che attua le varianti degli eventi: qui realizzatisi in uno solo dei possibili modi correlati.

Se si riconosce che una guardia avrebbe potuto dar l’allarme per evitare un crimine qua commesso, è coerente accettare l’idea dell’esistenza d’una controparte di tale guardia, essenzialmente con identità uguale pur se del tutto separata e fisicamente indipendente, che in un altro mondo, né causalmente né casualmente legato all’altro (benché suo corrispettivo), ha messo in pratica quel potenziale gesto che qui è mancato (sviluppi impliciti nella “teoria della controparte”).

Può esistere un’altra dimensione e altri mondi?

Lewis, considerando come già storicamente sia ricorsa, in filosofia (vedi Leibniz), l’idea dei mondi possibili in un’altra dimensione, avanzata solo quale modello puramente esemplare per meglio affrontare razionalmente i più controversi problemi epistemologici, arriva alla conclusione che invece può con legittimità ritenersi indispensabile: proprio valutarla come descrivente la realtà esistente. La sua pubblicazione più famosa è appunto il libro On the plurality of Worlds (del 1986) che nelle pagine iniziali, relativamente a una pluralità materialmente concreta di mondi (in vari gradi) simili e/o uguali, dove si svolgerebbero eventi da poter porre in reciproca comparazione, asserisce “…l’ipotesi è utile e questa è una ragione per pensare che sia vera…”.

Riassumendola, in linea di massima: esiste un mondo per ogni modo possibile in cui esso può esistere. In genere, per l’analisi d’ogni elemento osservato ci si basa proprio sui confronti fra la sua determinazione empirica e le modalità alternative e logicamente coerenti e autoconsistenti che l’elemento potrebbe manifestare, e ciò implica che tali possibilità sia corretto giudicarle vere in tutti i sensi.

Aspetti metafisici

Si può aggiungere alle tipologie riguardanti eventuali dimensioni parallele anche un’interpretazione contemporanea d’aspetto metafisico e spiritualista/spiritistico. È la visione propugnata attualmente nei saggi di Walter Semkiw, medico statunitense, tra i quali “Return of the revolutionaries: the case for reincarnation”. Questo saggio e la sua cornice di convinzioni si basa anche su coincidenze osservate considerate non casuali e reperti (visivi) giudicati non artificiosi. L’impianto generale della concezione riprende alcuni temi già conosciuti e acquisiti dalla tradizione medianica, occultista. Ma anche ricollegati a influenze mistiche orientali relative al ciclo escatologico delle rinascite, vi s’intravede il riverbero della cognizione indù del karma; e temi in parte originali, proiettabili in un contesto moderno e tecnologico.

Una vita dopo quella terrena

In sintesi si sostiene la presenza d’un piano con proprietà fisiche che ripetono, con qualità superiore, quelle terrestri. Tale regione dovrebb’esser strutturata in graduali livelli: dai meno ai più evoluti, nei quali è contemplato pure il noto medianico “piano astrale”. Veri livelli spaziali paralleli, riservati ai soggetti deceduti, e adeguati alle rispettive virtù e imperfezioni morali espresse nell’esperienza terrena. Fra le possibilità sarebbe consentito viaggiare in tali spazi anche a bordo di vari velivoli, fra i quali mongolfiere uguali a quelle usate sulla Terra.

Un corpo di leggera sostanza eterea, contenuto in quello umano naturale (composto materia pesante) ma a esso esteticamente somigliante, si trasferirebbe, subito o poco dopo la morte, in tale alto luogo: profilabile come un’altra dimensione parallela alla terrestre. Dove, liberati dal consueto fardello carnale, i corpi meno grevi, continuerebbero a vivere con modalità riproducenti quelle del mondo materiale; potendovi praticare addirittura le stesse attività, ludiche, intellettuali e professionali, svolte nell’esistenza terrena, in condizioni apparentemente simili sebbene molto più funzionali e soddisfacenti: perfino disponendo di campi sportivi, come da golf o d’altri sport e d’aree adibite allo svago, oltre che di laboratori scientifici.

E i là dimoranti, di tanto in tanto, cercherebbero di comunicare con l’umanità terrena mediante apparecchiature tecnicamente affini a quelle elettroniche e trasmittenti, là appositamente costruite e migliorate da avanzate innovazioni. Per questo essi sarebbero udibili o visibili a volte fra le immagini dei consueti schermi televisivi o fra l’onde captate dai comuni nostri radioricevitori e simil strumenti.

Contatti con gli ex defunti

Da quel mondo gli ex defunti riuscirebbero anche a telefonere ai loro amici, colleghi, o parenti ancora vivi. “ITC”: Instrumental Trans Communication, è denominato questo sistema di presunti contatti e il loro studio sistematico. Suddetti corpi eterei però non resterebbero necessariamente stabili. Pur essi verrebbero abbandonati, anche mediante una specie di seconda morte, al compimento di evoluzioni spirituali verso ulteriori livelli dimensionali. Comunque tali entità resterebbero soggette a tornare nella vita materiale con reincarnazione. In questo caso manifesterebbero parecchie proprietà fisio-somatiche e attitudini mentali e comportamentali della loro precedente esistenza terrena, e a tratti mantenute nell’altra dimensione.

Aspetti metafisici

A volte tali anime rinate sono recenti e altre appartengono a epoche storiche, e qui possono ricondividere o reincontrare persone già praticate in un loro comune passato, che però rinascendo spesso dimenticano o di cui ricordano solo qualche riverbero in modo vago o indistinto. L’autore del testo suindicato, Walter Semkiw, sarebbe riuscito ad individuare un gruppo di reincarnati che, alla luce delle sue indagini, parteciparono alla guerra d’indipendenza americana e a volte, pur se in altre vesti, celebri in questa nuova vita; qualcuno ora già rideceduto: fra i quali spicca il nome del noto astronomo Carl Sagan, il quale sarebbe stato un (pur se nella nuova vita a propria insaputa) indipendentista americano, e intellettuale/scienziato all’epoca già d’un certo rilievo.

Quest’idea, per quanto ai rigori della tradizionale razionalità si presenti fantasiosa o bizzarra, è teorizzata e seguita, e negli USA sta ottenendo un certo interesse attivo, anche da e fra esponenti dediti a normali attività e professione scientifica; e si vanno disponendo centri di studio e ricerca pure a tratti con qualche partecipazione accademica e collaborazioni qualificate: quali di medici, neurologi, psicologi…etc. A riprova il libro di Semkiw, qui summenzionato, si trova fra quelli elencati nel sito americano di Kary Mullis. (Non mancano produzioni cinematografiche o narrative che s’ispirino a tale prospettiva).

Dimensione parallela nell’interpretazione della fisica quantistica

Una fra le teorie, quotata da un’autorevole parte di fisici contemporanei, che dà plausibilità all’esistenza di dimensioni parallele, nell’accezione di pluralità di universi contigui, è l’interpretazione, tecnicamente basata sulla meccanica quantistica ondulatoria elaborata da Erwin Schrödinger, proposta da Hugh Everett III a partire dagli ultimi anni cinquanta e denominata successivamente da Bryce DeWitt “interpretazione a molti mondi” (a volte riportata, in acronimo anglosassone, come MWI: Many Worlds Interpretation). Uno dei suoi maggiori sostenitori e divulgatori fu ed è il fisico David Deutsch, dell’Università di Oxford.

Attualmente l’impostazione su cui si basa la teoria a molti mondi (o realtà parallele) è apprezzata anche da cosmologi. Ad esempio l’elaborazione di Stephen Hawking sulla “funzione d’onda d’universo” o anche l’astrofisico Alex Vilenkin che ha teorizzato sull’origine dell’Universo fa esplicito e positivo riferimento alla teoria dei molti mondi.