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Cometa Hyakutake

La Cometa Hyakutake (pronuncia giapponese: [çakɯtake]; designazione ufficiale C/1996 B2) è una cometa scoperta il 30 gennaio 1996 che è passata molto vicina alla Terra nel marzo dello stesso anno, facendo registrare uno degli avvicinamenti cometari più prossimi al nostro pianeta degli ultimi 200 anni.

Sebbene la cometa abbia raggiunto il suo culmine di luminosità solo per pochi giorni, apparve molto luminosa nel cielo notturno e fu vista da un gran numero di persone in tutto il mondo, attirando tra l’altro su di sé l’attenzione dell’opinione pubblica che era stata già risvegliata dall’attesa della promettente cometa Hale-Bopp, che si stava avvicinando in quel periodo al Sistema solare interno. È stata indicata come la Grande Cometa del 1996.

Le osservazioni scientifiche della cometa portarono a diverse scoperte notevoli. Tra tutte, la più importante per gli astronomi fu la scoperta di un’emissione di raggi X: era la prima volta che si notavano simili emissioni da parte di un corpo cometario. Si ritiene che l’emissione sia stata causata dall’interazione di particelle ionizzate del vento solare con gli atomi neutri della chioma della cometa. La sonda spaziale Ulysses attraversò la coda della cometa, del tutto inaspettatamente, trovandosi a ben 500 milioni di chilometri dal nucleo, mostrando che la Hyakutake fu la cometa con la più lunga coda finora segnalata.

La Hyakutake è una cometa a lungo periodo. Prima del suo passaggio più recente attraverso il Sistema solare, il suo periodo orbitale era di circa 17.000 anni, ma l’influenza gravitazionale dei giganti gassosi l’ha ora aumentato a 100.000 anni.

Il massimo avvicinamento alla Terra

Immagine di parte dell'orbita della cometa, rappresentata nel punto di massimo avvicinamento alla Terra
Immagine di parte dell’orbita della cometa, rappresentata nel punto di massimo avvicinamento alla Terra (il 25 marzo 1996)

La Hyakutake divenne visibile ad occhio nudo all’inizio del marzo 1996. A metà marzo era ancora poco appariscente, avendo appena raggiunto la quarta magnitudine, con una coda lunga 5 gradi nel cielo notturno terrestre. Nel corso dell’avvicinamento divenne rapidamente più brillante, e la coda si allungò.

Il 24 marzo la cometa divenne uno dei più brillanti oggetti nel cielo notturno; la sua coda raggiungeva l’impressionante lunghezza di 35 gradi, e mostrava ormai un caratteristico colore blu-verdastro per via dell’emissione di carbonio biatomico (C2).

La cometa raggiunse il massimo avvicinamento alla Terra il 25 marzo. Attraversò il cielo percorrendo la distanza apparente di un diametro di luna piena ogni 30 minuti.

Gli osservatori stimarono in 0 la sua magnitudine, e la coda arrivò ad occupare 80 gradi. La sua chioma, ormai prossima allo zenit per gli osservatori delle medie latitudini settentrionali, si allargò fino a 1,5-2 gradi, quasi quattro volte il diametro della Luna piena, ed anche ad occhio nudo appariva distintamente verde.

Poiché la Hyakutake fu al suo massimo splendore solo per pochi giorni, non ebbe tempo per permeare l’immaginario pubblico come avrebbe fatto la cometa Hale-Bopp l’anno seguente. Molti osservatori europei, in particolare, non poterono osservarla a causa di condizioni meteo sfavorevoli. Tuttavia, molte persone che osservarono entrambe le comete al loro massimo considerarono la Hyakutake più impressionante.

Perielio e allontanamento dal Sole

Dopo il suo approccio ravvicinato alla Terra, la luminosità della cometa diminuì rapidamente fino alla seconda magnitudine. Raggiunse il perielio il 1º maggio 1996, ritornando brillante e mostrando una coda di polveri, oltre a quella di gas vista durante il passaggio nei pressi del nostro pianeta. A questo punto però era molto vicina al Sole e non più osservabile ad occhio nudo. Fu osservata durante il passaggio del perielio dal telescopio orbitante per l’osservazione solare SOHO. Al perielio, la sua distanza dal Sole era di 0,23 UA, di gran lunga all’interno dell’orbita di Mercurio.

Nei giorni seguenti, la luminosità della Hyakutake diminuì rapidamente e per la fine di maggio non poteva più essere osservata ad occhio nudo. Il suo percorso orbitale la portò rapidamente nei cieli meridionali e venne seguita sempre meno. Il 24 ottobre1996 presentava una magnitudine di 16,8; l’ultima osservazione risale al 2 novembre dello stesso anno.

Studi orbitali

Tratto dell'orbita della Cometa Hyakutake compreso entro il Sistema solare interno
Tratto dell’orbita della Cometa Hyakutake compreso entro il Sistema solare interno

La Cometa Hyakutake percorre un’orbita retrograda altamente eccentrica ed inclinata di circa 125° rispetto al piano dell’eclittica. L’afelio è raggiunto a migliaia di unità astronomiche dal Sole, mentre il perielio è interno all’orbita di Mercurio. Per la quasi totalità della sua orbita, la cometa è al di sotto del piano dell’eclittica. Durante il passaggio del 1996, il nodo ascendente è stato attraversato in prossimità dell’orbita di Marte, mentre il nodo discendente pochi giorni dopo il perielio, quando la cometa si trovava ancora ad una distanza dal Sole inferiore rispetto al raggio medio dell’orbita di Mercurio.

La Hyakutake era passata nel Sistema solare interno circa diciassettemila anni prima del suo ultimo transito. Linterazione gravitazionale con i giganti gassosi durante il passaggio del 1996 ha modificato la sua orbita, allargandola, per cui il suo ritorno non è previsto prima di circa 72.000 anni. Secondo altre stime, invece, ci sarà da attendere altri 114.000 anni.

Dimensione del nucleo e attività

La regione intorno al nucleo della Cometa Hyakutake, vista dal Telescopio spaziale Hubble. Si possono vedere alcuni frammenti in corso di distacco
La regione intorno al nucleo della Cometa Hyakutake, vista dal Telescopio spaziale Hubble. Si possono vedere alcuni frammenti in corso di distacco

I rilievi radar dell’Osservatorio di Arecibo indicarono che il nucleo della cometa era di circa 2 km di diametro, circondato da una nuvola di elementi di piccole dimensioni espulsi dalla cometa a pochi metri al secondo. Questa misura del nucleo corrisponde bene con quella indiretta stimata dalle emissioni nell’infrarosso e dalle osservazioni radio.

La piccola dimensione del nucleo implica che la Hyakutake è rimasta molto attiva per essere così brillante. Molte comete sono soggette a rilascio di gas solo da una piccola parte della superficie, ma la maggior parte della superficie della Hyakutake sembrava essere attiva.

La velocità di produzione delle polveri è stata stimata in circa 2×10³ kg/s all’inizio di marzo, innalzatasi a 3×104 kg/s con l’avvicinamento al perielio. Nello stesso periodo la velocità di eiezione è aumentata da 50 m/s a 500 m/s.

Osservazioni del materiale espulso dal nucleo hanno permesso agli astronomi di stabilirne il periodo di rotazione. Mentre la cometa si avvicinava alla Terra, è stato osservato un grande sbuffo o bolla di materiale espulso in direzione del Sole ogni 6,23 ore. Una seconda espulsione più piccola con lo stesso periodo ha confermato il valore del periodo di rotazione del nucleo.

Esplorazione

La sonda Ulysses,
La sonda Ulysses, che attraversò la coda della cometa il 1º maggio 1996

La sonda Ulysses effettuò un passaggio inaspettato e imprevisto attraverso la coda della cometa il 1º maggio 1996. Le prove dell’avvenuto incontro non furono notate fino al 1998, quando alcuni astronomi, analizzando vecchi dati degli strumenti della Ulysses, rilevarono un calo improvviso nel numero di protoni rilevati, unito ad una variazione del campo magnetico locale. Si resero conto che ciò implicava che la sonda aveva attraversato l’area di influenza di un oggetto, probabilmente una cometa, ma non identificarono quale.

Due anni dopo, nel 2000, due gruppi di ricerca indipendenti analizzarono i dati dello stesso evento. Un gruppo, mediante magnetometri, stabilì che i cambiamenti del campo magnetico erano compatibili con le deformazioni presenti nella coda di ioni o plasmi di una cometa, e cercarono di individuare possibili sorgenti di interferenza. Nessuna cometa nota si trovava in prossimità della sonda, e solo la Hyakutake, che al momento si trovava a circa 500 milioni di km di distanza, aveva incrociato il piano orbitale della Ulysses in tempi recenti, ovvero il 23 aprile 1996.

I dati

Il vento solare aveva una velocità, in quella posizione, di circa 750 km/s, e avrebbe richiesto otto giorni perché la coda raggiungesse la sonda posta a 3,73 UA, circa 45 gradi al di fuori del piano dell’eclittica. L’orientamento della coda, valutato misurando le interferenze nei rilevamenti del campo magnetico, era compatibile con una sorgente posizionata sul piano orbitale della Hyakutake.

Il secondo gruppo di ricerca, lavorando con i dati dello spettrometro sulla composizione degli ioni, scoprì un improvviso picco nei livelli rilevati di particelle ionizzate; anche in questo caso, la relativa abbondanza di elementi chimici rilevati indicava che l’oggetto responsabile era senza dubbio una cometa.

Basandosi sull’incontro della Ulysses, la lunghezza della coda della cometa è stata stimata pari ad almeno 570 milioni di km (3,8 UA). Il valore è quasi il doppio del precedente record, segnato dalla Grande Cometa del 1843 (C/1843 D1), la cui coda dovrebbe aver raggiunto una lunghezza massima di circa 2,2 UA.