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Cometa di Halley

La cometa di Halley (nome ufficiale 1P/Halley), prende il nome da Edmond Halley, che per primo ne predisse il ritorno al perielio, è la più famosa e brillante delle comete periodiche (caratterizzate da periodi orbitali compresi tra i 20 ed i 200 anni) provenienti dal Disco diffuso che passano per le regioni interne del sistema solare ad intervalli di decine di anni, a differenza delle altre comete provenienti dalla Nube di Oort.

Prime fonti

Halley's_Comet_-_May_29_1910Uno dei primi riferimenti storici è rintracciabile nel testo ebraico Talmud. Qui un passaggio afferma che “esiste una stella che appare una volta ogni settanta anni, e rende confusa la volta celeste inducendo in errore i capitani delle navi”. Dal momento che quest’affermazione è attribuita al rabbino Yehoshua ben Hananiah, se davvero fosse un riferimento alla cometa di Halley, si riferirebbe probabilmente al perielio dell’anno 66, unico avvenuto durante la sua vita; esso probabilmente indusse gli israeliti ad una rivolta generalizzata che sfociò nella prima guerra giudaica e nella distruzione del tempio di Gerusalemme il 9 Av del 70 d.C., operata come ritorsione dalle legioni romane dell’imperatore romano Tito Flavio Vespasiano.

Epoca scientifica

Orbita della cometa di Halley (in blu)
Orbita della cometa di Halley (in blu)

Edmond Halley portò degli studi sulla cometa nella sua fase scientifica. Egli si accorse che le caratteristiche della cometa del 1682 erano simili a quelle della cometa apparsa nel 1531 – di cui dà notizia Pietro Apiano – e nel 1607 – osservata da Giovanni Keplero a Praga. Halley concluse che tutte e tre le comete erano lo stesso oggetto che ritornava visibile agli astronomi ogni 76 anni. Dopo una stima approssimativa delle perturbazioni che la cometa doveva sostenere a causa dell’attrazione dei pianeti, nelle sue Tabulae Astronomicae ne predisse il ritorno per la fine del 1758 o per l’inizio del 1759.

Halley aveva ragione. La cometa fu vista per la prima volta la notte di Natale del 1758 da Johann Georg Palitzsch e passò al perielio il 13 marzo del 1759; l’attrazione di Giove e Saturno causò un ritardo di 618 giorni, come calcolato rigorosamente dal matematico Alexis Clairault prima del ritorno della cometa. Halley però non visse abbastanza per vedere confermati i suoi risultati, morendo nel 1742.

I calcoli di Halley permisero di individuare le prime apparizioni della cometa nella documentazione storica:

  • Quando fu osservata nel 1456, passò molto vicino alla Terra; la sua coda si estese su 60° nel cielo, e prese la forma di una scimitarra.

Nel 1066 si pensò fosse un presagio: più tardi quell’anno Aroldo II d’Inghilterra morì nella Battaglia di Hastings. È rappresentata sull’Arazzo di Bayeux, e i resoconti giunti fino a noi la descrivono quattro volte la grandezza luminosa di Venere, e una luce uguale ad un quarto di quello della Luna.

La stella dei Re Magi?

  • Nell’Adorazione dei Magi di Giotto, un affresco della Cappella degli Scrovegni a Padova. È visibile una stella cometa poggiata sulla capanna dove ha luogo la Natività. L’idea di dipingere una cometa piuttosto che la classica stella dalla quale si diramano tre punte, simbolo Trinitario, è nata dalla visione della Cometa di Halley al quale lo stesso Giotto avrebbe assistito tra il 1301-1302.
    Dunque l’accostamento Stella di Betlemme/Cometa di Halley, è nato da una libera interpretazione di Giotto, ma i riscontri astronomici ritengono che ad ispirare i Magi, sia stata piuttosto la congiunzione planetaria tra Giove e Saturno. Per gli astrologi dei tempi, quella dei Pesci era considerata la “casa degli Ebrei”; Giove era considerato il pianeta dei re; Saturno era il pianeta protettore della Palestina. Questa interpretazione troverebbe conferma anche in Tacito, il quale identificava Saturno con la divinità che in Israele veniva adorata il giorno di sabato, Jahvèh o Geova. Che Giove incontrasse Saturno sotto il segno dei Pesci per ben tre volte era un chiaro segno che un Re potente era comparso in Palestina. Inoltre questo fenomeno, protrattosi per un periodo di tempo così lungo, può benissimo aver accompagnato i Magi durante il loro viaggio verso la Giudea.
  • Si è calcolato che la Cometa di Halley passò a sole 0,0342 UA dalla Terra nell’837, quando la sua coda andò quasi da un orizzonte all’altro. Tale avvicinamento è il più stretto degli ultimi 2000 anni.

L’arrivo del 1910 è stato un passaggio relativamente ravvicinato alla Terra. Ha creato spettacolari vedute, e la Terra è passata attraverso la sua coda. Il 13 gennaio di quell’anno, Tolstoj scrisse in merito nel Diario:

«La cometa sta per catturare la Terra, annientare il mondo, e distruggere tutte le conseguenze materiali della mia attività e delle attività di tutti. Ciò prova che tutte le attività materiali, e le loro presunte conseguenze materiali, sono prive di senso. Solo ha un senso l’attività spirituale…»

Nel 1986 con l’aumento dell’inquinamento luminoso dovuto all’urbanizzazione, molte persone non l’hanno vista affatto. Comunque, lo sviluppo del viaggio spaziale ha dato agli scienziati l’opportunità di studiare una cometa da vicino, e molte sonde furono lanciate con tale obiettivo. La più spettacolare è stata la sonda Giotto, lanciata dall’Agenzia Spaziale Europea, che è passata vicino al nucleo della cometa. Altre sonde sono state Vega 1 e Vega 2 dell’Unione Sovietica, le due sonde giapponesi, Suisei e Sakigake e la sonda statunitense ICE.

La cometa di Halley ritornerà nel 2061.

Sciami meteorici collegati alla cometa

La cometa di Halley è una delle poche comete che dà origine a due distinti sciami meteorici: le Eta Aquaridi (inizio maggio) e le Orionidi (ottobre).

Oggi l’orbita della Cometa Halley passa a una tale distanza dalla Terra da non consentire a nuovi meteoroidi di raggiungere la nostra atmosfera: le meteore che vediamo sono dovute alle polveri staccatesi dalla cometa di Halley negli ultimi 2 millenni.