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Classificazione dei pianeti del sistema solare

I pianeti del sistema solare, secondo la loro composizione, possono essere divisi in pianeti terrestri e pianeti gioviani.

Pianeti terrestri

La struttura interna dei pianeti rocciosi
La struttura interna dei pianeti rocciosi

I pianeti di tipo terrestre si trovano nel sistema solare interno e sono costituiti principalmente da roccia (da cui il nome alternativo di pianeti rocciosi). Il termine deriva direttamente dal nome del nostro pianeta, per indicare quei pianeti simili alla Terra. Essi sono caratterizzati da una temperatura superficiale relativamente alta, dovuta alla vicinanza del Sole, assenza o basso numero di satelliti naturali, con un’atmosfera molto sottile se confrontata a quella dei giganti gassosi. Raggiungono dimensioni relativamente piccole (meno di 15 000 chilometri di diametro).

Nel sistema solare essi sono quattro:

  • Mercurio
  • Venere
  • Terra
  • Marte

Mercurio
Mercurio

Venere
Venere

Parametri caratteristici di un'orbita ellittica
Terra

Marte
Marte

Pianeti giganti

La struttura interna dei pianeti gioviani
La struttura interna dei pianeti gioviani

I pianeti di tipo gioviano sono composti principalmente da gas, donde il nome di giganti gassosi. Prototipo di tali pianeti è Giove. Essi sono caratterizzati da un elevato valore della massa, che consente loro di trattenere un’estesa atmosfera ricca di idrogeno ed elio, e da dimensioni notevoli. Sono accompagnati da un elevato numero di satelliti naturali e da elaborati sistemi di anelli.

Nel sistema solare sono presenti quattro giganti gassosi:

  • Giove
  • Saturno
  • Urano
  • Nettuno

Giove
Giove

Saturno
Saturno

Urano
Urano

Nettuno
Nettuno

Pianeti nani

I pianeti nani sono oggetti celesti orbitanti attorno a una stella e caratterizzati da una massa sufficiente a conferire loro una forma sferoidale (avendo raggiunto la condizione di equilibrio idrostatico), ma che non sono stati in grado di “ripulire” la propria fascia orbitale da altri oggetti di dimensioni confrontabili; da ciò deriva il fatto che i pianeti nani si trovano all’interno di cinture asteroidali. Nonostante il nome, un pianeta nano non è necessariamente più piccolo di un pianeta. Si osservi inoltre che la classe dei pianeti è distinta da quella dei pianeti nani, e non comprende quest’ultima. Inoltre, i pianeti nani posti oltre l’orbita di Nettuno sono detti plutoidi.

L’UAI riconosce cinque pianeti nani:

  • Cerere, situato nella fascia principale
  • Plutone, posto nella fascia di Kuiper e classificato come plutino, è circondato da cinque satelliti
  • Haumea, localizzato nella fascia di Kuiper e classificato come cubewano, è circondato da due satelliti
  • Makemake, ubicato nella fascia di Kuiper e classificato tra i cubewani
  • Eris, sito nel disco diffuso, è orbitato da un satellite

Cerere
Cerere

Plutone e tre dei suoi cinque satelliti: Caronte, Notte e Idra
Plutone e tre dei suoi cinque satelliti: Caronte, Notte e Idra

Haumea visto con i satelliti Hi'iaka e Namaka
Haumea visto con i satelliti Hi’iaka e Namaka

Makemake
Makemake

Eris e la sua luna Disnomia
Eris e la sua luna Disnomia

Pianetini

Immagine dell'asteroide 243 Ida e della sua luna Dactyl ripresi dalla sonda Galileo
Immagine dell’asteroide 243 Ida e della sua luna Dactyl ripresi dalla sonda Galileo

Il termine “pianetino” e la locuzione “pianeta minore” sono solitamente utilizzate per designare gli asteroidi. Ciò deriva dal fatto che i primi quattro asteroidi scoperti (Cerere – oggi classificato come pianeta nano, Pallade, Giunone e Vesta), furono in effetti considerati dei pianeti veri e propri per circa quarant’anni. Il primo a suggerire di distinguerli dai pianeti fu William Herschel, che propose il termine “asteroide”, ovvero “di aspetto stellare”, riferendosi al fatto che sono oggetti troppo piccoli perché possa essere risolto il loro disco e, di conseguenza, osservati con un telescopio appaiono come le stelle.

La maggior parte degli astronomi, comunque, preferì continuare a utilizzare il termine pianeta almeno fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando il numero degli asteroidi conosciuti superò le cento unità. Allora, diversi osservatori in Europa e negli Stati Uniti iniziarono a riferirsi loro collettivamente come a “pianeti minori”, espressione ancora in uso.